SONO PREDONI QVESTI “ROMANI”

“Sono Predoni Questi ‘Romani” ripercorre anacronologicamente: fatti, misfatti, numeri, curiosità, più o meno importanti (tra il serio e il faceto, leggenda e realtà), apparentemente semplicistiche o addirittura inutili per la massa, riguardanti le anomalìe storiche, sociali e culturali della città di Roma; in controtendenza rispetto ai numerosi volumi che descrivono unicamente la sua bellezza, il fascino della sua storia, l’ironia e l’ospitalità del “suo” popolo. Non sono state affrontate le “romane”, cicliche, malversazioni politico-finanziarie finite a Gentilini e vino (che vanno dallo scandalo della Banca Romana, primo grande inciucio nell’Italia del periodo post-unitario, al recente “sodalizio criminale ‘romano”) a vantaggio di essenziali cronache relative al quotidiano truffaldinismo. L’idea nasce per ridimensionare l’odierno atteggione romanocentrico e il tifoso dell’AS Roma, due coincidenti, faziose, insopportabili figure che, continuamente, dileggiano le persone provenienti dalla provincia laziale. Le parole: “romanesco”,“romano”, “romana”, “romani”, “romane”,“romanità” sono convenzionalmente utilizzate nel testo, le virgolette sottintendono l’endemica artificiosità che caratterizza il “rometiccio” nato e cresciuto a Roma. Il capitolo “Sono Presuntuosi Questi Romanesi” è rivolto alla AS Roma e racconta i consueti eccessi della società, della squadra, della tifoseria e dei media giallorossi (la definizione “romanese” sostituisce quella di “romanista”, erroneamente attribuita alle suddette entità). Nell’opera sono presenti diversi paragrafi a favore della sottostimata provincia italiana e contro gli anomali provinciali italiani (in particolare gli autoromanizzati nati e cresciuti nel Lazio). Per esporre il mio pensiero ho preferito usare un linguaggio mitigato, ma la tentazione di calcare la mano con un gergo pesante e liberatorio è stata molto forte. A stesura ultimata ho provato un senso di amarezza in quanto, riflettendo sulle limitate capacità intellettive in circolazione, il lavoro svolto sarà del tutto inutile.

Il libro, pubblicato nel 2014 (e ristampato nel 2019), è stato regalato a 20 conoscenti e pseudo amici… TUTTI lo hanno snobbato. L’impassibile comportamento degli omaggiati è chiaramente spiegabile: il 30% (provinciali autoromanizzati o romanoidi) ha accusato il colpo e nicchia, il restante 70% ha avuto gravi difficoltà di comprensione (per la statistica infatti 7 italiani su 10 non capiscono quello che leggono). Prima o poi quelli che “nun ce vonno stà” mi diranno che sono un invidioso (classica risposta di chi non sa e non può argomentare nulla) convinti che essere “romano” sia uno status da bramare. Tra questi ci sarà chi avrebbe voluto giocare sull’acronimo SPQR (come ho fatto in tutti i capitoli del libro) trasformandolo in “Sono Provinciali Questi Rosiconi” oppure “Sono Paesani Quindi Rozzi”, ma anche stavolta (come gli capita da sempre) prenderanno atto di essere stati beffardamente anticipati.da un sottostimato burino.